di dreamgroup
di Stefano Novelli
Nell’universo della progettazione finanziata, (ovvero l’insieme delle iniziative a valere sui bandi emessi da enti pubblici e in qualche caso privati, a sostegno co-finanziato di progetti di attività), gli imprenditori, i ricercatori, i dirigenti di Pubbliche Amministrazioni, devono essere un pò acrobati. Essere sospesi tra il diritto-dovere di sognare, nel vedere realizzato un proprio programma o strategia attingendo in parte a fondi pubblici diretti o indiretti, e l’obbligo di valutare attentamente l’intrapresa di iniziative che hanno un’elevata complessità.
Nelle organizzazioni dall’operatività particolarmente articolata (pensiamo ad una P.A) la complessità è dovuta a tempi spesso ristretti per addivenire al classico “go / no go” che sancisce la partecipazione ad una call. Dunque è necessario, da un lato, avere in sè le idee chiare, e dall’altro conoscere le informazioni utili nei tempi giusti.
L’importanza della lettura del bando
Generalmente, i bandi sono documenti corposi e ricchi di allegati. Tutta questa mole di informazioni, sarà la regolamentazione del nostro bando. Quello che disciplinerà la nostra partecipazione in ogni suo aspetto. Una buona analisi del bando è quella che nella prima riunione organizzata allo scopo, ricerca l’evidenza di alcuni, pochi elementi ricorrenti utili a consentirci di decidere se è la nostra occasione, o occorre declinare l’iniziativa.
Conoscere cosa finanzia il bando
La verifica della aderenza della propria idea progettuale alle attività ammissibili da bando è fondamentale. Generalmente i bandi finanziano due macrotipologie di attività, a volte combinandole insieme: la ricerca e sviluppo, innovazione di nuovi prodotti, processi e servizi, da una parte, e l’acquisizione di prodotti, processi o servizi, dall’altra. Tale dicotomia ci consente innanzitutto di verificare preliminarmente: siamo un’azienda agricola e necessitiamo di un sostegno per co-finanziare l’acquisto o la ristrutturazione di un capannone da adibire a uso agricolo? Allora potremo partecipare a un bando che finanzia questo tipo di attività, e ha nel suo scopo primario il sostegno all’attività economica produttiva in quel determinato settore economico.
Avete in pipe un’idea progettuale che intende effettuare attività di ricerca per una nuova metodologia di diagnosi di talune malattie, e sviluppare ad esempio un device in tal senso? Allora potrete cercare nelle call delle Societal Challenges di Horizon 2020 (o il futuro Horizon Europe) o in grandi bandi nazionali e/o regionali a sostegno della ricerca e delle strategie di specializzazione intelligente, la strada per un supporto a quella specifica tipologia di progettazione.
Un’altra forma di attività che spesso troviamo sostenuta nei bandi, è l’internazionalizzazione delle imprese. Esistono misure, di natura regionale e locale talvolta di dimensioni finanziarie contenute (pensiamo ai voucher delle Camere di Commercio), che sono indirizzate precipuamente a questa finalità.
Conoscere il proprio indirizzo è dunque basilare, per approcciare il bando, le sue pagine iniziali, e individuare se fa al caso nostro.
La verifica dell’eleggibilità soggettiva
Prima di decidere la partecipazione, un altro passo decisivo è avere la conferma che la struttura che guidiamo potrà partecipare. Nei bandi europei a erogazione diretta dalla Commissione Europea (quali ad esempio il LIFE + per l’ambiente), avremo un generale requisito di essere una persona giuridica avente sede in UE (azienda profit o no profit, ente di ricerca, ente pubblico, ecc). Tale requisito sarà di volta in volta da validare iscrivendosi allo specifico portale informatico che disciplina e governa la candidatura ad un determinato bando. Rimanendo in Italia, a livello di bandi nazionali, quali ad esempio i bandi pubblicati in seno ai PON (Programma Operativo Nazionale), è di solito richiesto il requisito della personalità giuridica insistente sul territorio italiano, declinato poi nelle specificazioni di attività (ad esempio ente di ricerca, azienda, associazione senza scopo di lucro, ecc).
Concentrandoci poi sui bandi emanazione dei POR FESR (Programmi Operativi dei fondi europei di sviluppo regionali) delle varie regioni italiane, essi sono concepiti per sostenere il programma di crescita regionale, secondo una strategia concordata a livello istituzionale. Pertanto andranno a co-finanziare iniziative di soggetti che devono avere la sede, almeno operativa, nella regione di riferimento del bando. Inoltre, dal momento che tali bandi sono espressione di strategie complesse, e articolati in vari pillars tematici, avremo bandi che selezionano di volta in volta alcuni determinati tipi di aziende e attività economiche come beneficiari.
E’ per questo che occorre sempre avere sotto mano il proprio Codice ATECO, che identifica in visura camerale, secondo il proprio oggetto sociale, l’attività svolta. I bandi sono spesso rivolti a tipologie di aziende rientranti in determinate categorie di ATECO. Questa verifica è fondamentale.
Il requisito della dimensione aziendale
Immediatamente accanto all’eleggibilità soggettiva risiede la verifica, per le aziende, circa la dimensione di impresa. Ci riferiamo all’aspetto riguardante la definizione europea di Piccola e Media impresa (guida definizione PMI), ai fini della partecipazione ad un progetto. Dunque, il triplice dato del totale attivo di bilancio, valore del fatturato, e dato medio delle Unità lavorative Anno (ULA), riferito ad un esercizio finanziario chiuso e completato preso a riferimento (solitamente l’ultimo), deve essere necessariamente tenuto in considerazione. Infatti, i bandi prevedono un’intensità di aiuto variabile, inversamente proporzionale alla dimensione aziendale. In qualche caso, i bandi sono previsti unicamente per PMI. Quindi, occorre avere a disposizione l’ultimo bilancio aziendale approvato, e l’ausilio del proprio consulente del lavoro che ci aiuterà nel calcolo degli ULA.
E’ interessante tenere a mente come tra le disposizioni regolamentarie comunitarie, c’è n’è una che chiarisce come ai fini della qualificazione di impresa, il cambiamento della dimensione aziendale deve avvenire per due esercizi finanziari consecutivi chiusi e approvati. Per cui, ad esempio, se un’azienda precedentemente di medie dimensioni aveva chiuso l’esercizio finanziario 2018 con numeri da grande impresa, se non ha ancora approvato il bilancio 2019 potrebbe, alla data odierna, partecipare qualificandosi come PMI ad un bando disciplinato ai sensi del Regolamento 651/2014 UE.
La tipologia di aiuto e l’intensità
Nei bandi finanziati da fondi comunitari abbiamo infatti due principali tipologie di aiuto disponibili. La prima è quella dei bandi finanziati in esenzione, ovvero ai sensi del Regolamento UE 651/2014. Si tratta di finanziamenti che individuano alcune tipologie di aiuti compatibili con il mercato europeo interno senza obbligo di notifica degli stessi. I massimali degli importi degli aiuti ricevibili sono piuttosto elevati (Regolamento UE 651/2014).
Qui risiede la principale differenza con il Regolamento c.d “De minimis”, il Regolamento UE 1407/2013 . Quest’ultimo infatti, definisce in € 200.000,00 totali il cumulo di aiuti che un’impresa unica può ricevere in tre esercizi finanziari consecutivi da parte di uno Stato membro UE. (Regolamento “De minimis”).
Le considerazioni sopra esposte per la dimensione aziendale, influiscono anche sull’intensità di aiuto. Come sopra anticipato, tradizionalmente i bandi prevedono infatti una intensità di aiuto maggiore per le piccole imprese, un’intensità inferiore per le medie imprese, e ancora minore per le grandi imprese. Ma cosa intendiamo per aiuto? Nei bandi dove il finanziamento è a fondo perduto, intendiamo il co-finanziamento in percentuale delle spese ammissibili a progetto e correttamente rendicontate. In un bando che co-finanzia al 50%, a fronte di € 1.000,00 rendicontati, l’ente finanziatore erogherà € 500,00. Esistono poi bandi che erogano fondi a credito agevolato, favorendo cioè le condizioni di prestito di liquidità a tassi agevolati per le spese ammissibili. Talvolta le due tipologie di aiuto sono combinate: ciò si verifica però in un numero piuttosto esiguo di misure di finanziamento.
E’ importante, specie per realtà come le aziende che vivono di flusso di cassa e di accesso al credito, conoscere la tipologia di aiuto alla base del bando di interesse. Da lì verificheremo la capacità di sostenere un eventuale credito agevolato, piuttosto che un’ erogazione di liquidità a fondo perduto.
Cercare la dotazione finanziaria
Le risorse finanziarie dei bandi pubblicati dagli Enti finanziatori (Regioni, Camere di Commercio, Ministeri, Commissione UE), non sono infinite. Per i bandi vengono stanziate risorse che verranno distribuite in progetti aventi un importo complessivo richiesto ben definito. E’ necessario pertanto verificare sempre la dotazione finanziaria complessiva della misura. Maggiore essa sarà, più appetibile sarà la partecipazione al bando. Inoltre, andrà rapportata alla dimensione finanziaria prevista per i progetti che quel bando sostiene. Vincere un bando dotato di € 40.000.000,00 per finanziare progetti da € 20.000.000,00, (e dunque due progetti al massimo), sarà un’impresa quasi da supreroe. Viceversa, un bando che con il medesimo “portafoglio” finanzia 20 progetti, attirerà i nostri ragionamenti e approfondimenti: molte più saranno le chances di vincerlo.
La partecipazione ai bandi è determinata naturalmente da riflessioni e considerazioni ulteriori e più approfondite. Valutare però alcuni aspetti preliminari come questi è un’operazione necessaria, nella quale il supporto di un consulente qualificato rappresenta un aiuto concreto.
Se sei interessato ai progetti finanziati, leggi anche il nostro approfondimento Il nuovo programma Horizon Europe.