di Stefano Novelli
di Stefano Novelli
Viviamo nel momento storico a più alta e costante trasformazione e innovazione tecnologica nella storia dell’umanità. Anche per l’Italia, una delle sfide è organizzare i processi di trasformazione in modo interconnesso, integrando l’adozione massiva della tecnologia sotto gli aspetti etico, sociale, biologico, economico, ambientale. Occorre pensare il futuro mentre i cambiamenti tecnologici in corso, a volte repentini, ci stanno fornendo i puntini da unire con un’ideale penna, per completare il disegno. O almeno immaginarlo. Per questo Paola Pisano, Ministro dell’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, ha condotto il dicastero da lei presieduto alla profilazione del Piano Italia 2025.
Il Piano Italia 2025 | Che cos’è
E’ un’agenda di innovazione del Sistema Paese Italia, che contempla tre sfide (digitalizzazione, sviluppo etico e sostenibile, innovazione) declinate in 9 obiettivi.
Il Piano Italia 2025 | La strategia
La strategia di innovazione trova origine negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, e all’individuazione delle tre sfide principali: la digitalizzazione della società; l’innovazione del Paese; lo sviluppo sostenibile e etico della società nel suo complesso. Ogni sfida è declinata in tre obiettivi che si realizzano attraverso azioni concrete: sono già consultabili le prime venti (+1) azioni di innovazione e digitalizzazione.
La strategia sarà aggiornata ogni 4 mesi per verificare lo stato di sviluppo delle azioni, l’eventuale inserimento di nuove azioni e il raggiungimento della visione generale. Piena apertura ad un approccio partecipativo. La strategia verrà inserita sulla piattaforma partecipativa della Pubblica Amministrazione (Partecipa), affinchè chiunque possa dare il suo contributo. Per il coordinamento, è già nata una cabina di regia istituita con gli altri ministeri e tavoli di coordinamento con i territori (Comuni, Regioni), gli enti, le agenzie centrali, locali e i soggetti privati. All’interno della cabina di regia sono attive delle task force verticali con un numero ristretto di dicasteri. Le azioni verranno sviluppate di concerto anche con i territori (Comuni e Regioni).
Per l’attuazione della strategia si attingerà anche a fondi di finanziamento: fondi destinati all’innovazione nella manovra di bilancio; fondi non ancora impegnati, (Fondi Pon, Pon gov, Fondi di Coesione); fondi già disponibili o di nuova programmazione.
Il Piano Italia 2025 | La sfida della società digitale
Digitalizzazione del settore pubblico radicale, digital skills, potenziamento delle infrastrutture digitali e dei big data. Questi gli ingredienti alla base della sfida che vuole un’Italia veramente digitalizzata. I tre obiettivi alla base della prima sfida sono:
1. Accesso online ai servizi della Pubblica Amministrazione La diffusione delle piattaforme abilitanti, la razionalizzazione delle infrastrutture e delle risorse (cloud), la promozione di modelli virtuosi (ad esempio il riuso del software), la creazione di nuovi servizi digitali dovranno consentire un uso massiccio e messo a sistema dei servizi digitali.
2. Il Pubblico per la digitalizzazione del privato Attraverso una efficace integrando in modo efficace i servizi pubblici con i servizi privati, ottimizzando i sistemi del procurement e le politiche di open innovation, la Pubblica Amministrazione potrà a sua volta essere un soggetto abilitante l’implementazione dei servizi digitali del mondo privato.
3. Valorizzazione e incentivazione dell’utilizzo del patrimonio informativo pubblico e l’utilizzo e condivisione dei dati da parte delle amministrazioni e dei privati La volontà è valorizzare il patrimonio di open data della Pubblica Amministrazione. L’uso del patrimonio informativo pubblico verrà usato anche per lo sviluppo e il monitoraggio di strategie e decisioni della Pubblica Amministrazione.
Il Piano Italia 2025 | La sfida dell’innovazione
Qui il progetto è favorire la progettazione e l’applicazione e la crescita di settori tecnologici quali la robotica, la mobilità del futuro, l’intelligenza artificiale, cyber security. Come? Collaborazione a livello locale e sovranazionale, organizzando le azioni di innovazione in modo interconesso, diminuendo la polarizzazione tra chi è già entrato pienamente nell’uso del digitale e chi ancora è indietro.
I tre obiettivi alla base della seconda sfida sono:
1. I cambiamenti strutturali agevolano e accelerano l’innovazione nell’ecosistema Vi sarà incisivo sostegno a servizi utili alla crescita e sviluppo di innovazione (investitori, acceleratori, ecc.), così come incentivi alla creazione di ecosistemi di innovazione (hub), la formazione ad hoc per startup e società di venture capital. L’attenzione sarà non solo su settori verticali del made in ITaly (pensiamo al turismo, food, moda, design,) e sull’industria tech, ma anche su processi di cross fertilization.
2. Portare l’innovazione ovunque, nei Comuni d’Italia La volontà è fornire un supporto mirato alle Pubbliche Amministrazioni locali permettere ai tantissimi borghi d?italia, piccoli centri, di sfruttare appieno il loro potenziale di innovazione.
3. Verso un’ infrastruttura tecnologica green Via alla reingegnerizzazione delle infrastrutture digitali e l’uso di data center centralizzati permette anche una riduzione drastica del consumo energetico e l’utilizzo di fonti energetiche alternative in ottica di sostenibilità.
Il Piano Italia 2025 | La sfida dello sviluppo inclusivo e sostenibile
Realizzare un’innovazione etica, inclusiva, trasparente e sostenibile che aumenti il benessere della società è l’obiettivo di questa sfida.
Alla base avremo i seguenti principi: offrire a tutti pari opportunità di partecipazione all’interno della società digitale e tecnologica; garantire la trasparenza, l’etica e un positivo impatto sociale; tutelare la sostenibilità economica ambientale e sociale di ogni innovazione.
I tre obiettivi alla base della terza sfida sono:
1. Rafforzamento delle digital skills Lo Stato incentiverà l’aumento delle capacità digitali dei cittadini, per sfruttare al meglio i nuovi servizi digitali pubblici e privati, e partecipare in modo competente ai processi politici, sociali, culturali ed economici.
2. Lo sviluppo tecnologico etico, responsabile Lo Stato avrà il il ruolo di garante e guida nell’uso delle tecnologie, nella promozione della loro difusione, nella massimizzazione dei beneifici e riduzione degli impatti negativi, nella riecerca di soluzioni etiche, responsabili e non discriminatorie nello sviluppo delle tecnologie.
3.Formazione continua dei cittadini Lo Stato sosterrà percorsi di formazione verso gli studenti ma anche formazione continua e reskilling dei
lavoratori, e la tutela dei lavoratori impegnati nelle nuove tipologie di lavoro.